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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL 25/02/2011 - «Danilo ha la testa giusta per affrontare al meglio la nuova sfida a Denver»
 

Pallacanestro - Nban Mamma Marilisa Gallinari da New York parla con grande fiducia del passaggio del figlio ai Nuggets
«Danilo ha la testa giusta per affrontare al meglio la nuova sfida a Denver»
 


NEW YORK Danilo a Denver, mamma Marilisa a “casa” a White Plains, poco a nord di Manhattan, papà Vittorio a Lodi. I vertici di un triangolo familiare, tre quarti della famiglia Gallinari (il “fratellino” Federico sta nel Lodigiano) vissuto sugli effetti del filo della lontananza mescolata al fuso orario che telefono, Skype, o gli “sms” provano perlomeno a ridurre. L'affetto non si misura certo sui chilometri di distanza, ma non è semplice gestire la propria vita dopo essere costretti a “fare tre valigie” in fretta e furia per trasferirsi quasi duemila miglia a ovest di New York, com'è capitato alla stella di Graffignana, entrato nella maxi “trade” Knicks-Nuggets che ha portato Carmelo Anthony nella Grande Mela (27 punti e 10 rimbalzi nel debutto vittorioso per 114-108 sui Milwaukee Bucks). «Qua tutto bene - la voce di Danilo, novello numero 8 delle “pepite”, arriva serena e sicura dal centro di Denver -. Alloggio al Four Season, giusto di fianco al “Pepsi Center” dove giochiamo e ci alleniamo. I primi allenamenti in preparazione alla sfida con i Celtics (esordio di Danilo con Denver, ndr) sono andati bene: abbiamo visto diverse cose e fatto parecchie riunioni con il coach». Meno male che c'è il sole nel Colorado. «Ah sì, il tempo è super - ride Danilo -. Si gira bene in tuta, non c'è neppure bisogno del cappotto». E magari neppure della maglietta di lana che, chissà, mamma Marilisa ha infilato in una delle valigie preparate l'altro giorno all'ufficializzazione del trasferimento del figlio a Denver dopo tre anni a Knicks.«Può fare freddo d'inverno, esserci la neve, ma se splende il sole è sempre un grosso vantaggio per noi italiani: ti si apre il sorriso», cuore di mamma non sbaglia mai. «Il significato e gli effetti di una “trade” sono una delle prime cose che ci hanno spiegato appena entrati nel mondo Nba - dice Marilisa Madonnini dalla casa di White Plains -. Quando capita, anche se improvvisa, la affronti con decisione pensando che per Danilo può essere un trasferimento ottimale. Ho pensato per prima cosa a supportarlo, il cambiamento dopo tre anni a New York è radicale: è una nuova esperienza che penso abbia la mentalità e la capacità di affrontare al meglio». Danilo a Denver alloggia in albergo, la casa di White Plains verrà chiusa solo prima dell'estate. «Sono qui da sola per il momento, come capitava anche prima: Danilo è spesso in viaggio per lunghi periodi: in questi casi trovi risorse che non pensi neppure di avere - continua mamma Marilisa che a inizio marzo si darà il cambio con papà Vittorio -. Me la cavo bene, anche con la lingua. Sia io che mio marito in questi tre anni molto intensi ci siamo adattati con Danilo ai ritmi di una nuova vita. Anche per noi quella di Denver sarà un'esperienza nuova. Probabilmente neppure l'ultima: nell'Nba il concetto di attaccamento alla maglia è molto diverso dal nostro». Nuova città, differente sistema di gioco: «Il trasferimento è stato così repentino che Danilo non ha avuto ancora modo e tempo di percepirne vantaggi e svantaggi - dice Marilisa -. Si adeguerà giorno per giorno. Il volo aereo, i primi allenamenti, l'esordio con Boston: è stato tutto talmente veloce che quasi non c'era tempo di rendersi conto di cosa succedeva». Per vedere in Tv l'esordio nei Nuggets di Danilo, Marilisa ha scelto un ambiente familiare. «Non potevo non andare al Via della Pace, il ristorante “covo” di Danilo sulla 7ª strada all'angolo con la 2ª avenue, con Giovanni (il gestore, ndr) e sua mamma e con una bella pasta». Sapori italiani per gustarsi un nuovo pezzo di basket Usa.Luca Mallamaci

 

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