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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 26/7/2011 - È questa la semplice ricetta del sindaco di Graffignana Marco Ravera


le interviste di luigi albertini - 11 Il futuro del nostro territorio letto da coloro che ne sono i protagonisti
«Fare gruppo per crescere insieme»
È questa la semplice ricetta del sindaco di Graffignana Marco Ravera
 

Graffignana Provate a dialogare di politica con Marco Ravera e vi accorgerete subito, già dalle prime battute, che le sue riflessioni sono frutto di una militanza politica di ispirazione liberal-cattolica identificabile, tanto per essere chiari, con l’attuale centrodestra nato con Forza Italia. Convinzione della quale il sindaco di Graffignana va orgoglioso e fiero. Insomma, ci crede eccome, tanto da impegnarsi in prima persona con un entusiasmo sicuramente apprezzabile. Rifiuta accostamenti riferibili a leaders del suo movimento: lui ci crede ed è convinto della assoluta bontà delle sue idee. Ma è altrettanto convinto che, a prescindere dalle convinzioni personali, è necessario a livello locale «fare gruppo» con persone che intendono condividere un percorso che punti alla «crescita ragionata» della comunità. Tutti insieme, senza forzature da chicchessia, ferme restando le persone che, come il suo predecessore Giovanni Scietti, vantano quella robusta esperienza a livello di amministrazione comunale da rappresentare l’elemento della saggezza nel gruppo.Classe 1970, sposato, due figlioli in tenera età, laurea in economia all’Università di Pavia, Marco Ravera, sindaco dal giugno 2009, è il classico “nuovo che avanza”. Nei due precedenti mandati amministrativi era stato delegato al bilancio con il sindaco Scietti, anche in questa legislatura si è tenuto la delega delle finanze.Dottor Ravera, una breve sintesi del suo approccio alla politica... «Beh, devo dire che il percorso è molto semplice. Mi piace ragionare di politica in termini ufficiali dal 1993, sono legato al polo liberal-cattolico e nel 1999 ho iniziato la mia esperienza come amministratore comunale nella lista Graffignana 2000 guidata dal dottor Scietti, lista che conteneva diverse “anime” intenzionate a cambiare modo di fare amministrazione. Una aspirazione che ho ritenuto assolutamente legittima, tanto più che Graffignana 2000 era il simbolo spersonalizzato della politica: un gruppo di persone vogliose di effettuare un percorso comunitario capace di coinvolgere i cittadini».Sì, però lei si è sempre occupato, come esperienza, di bilancio... «È per via della mia laurea in economia. Ho sempre cercato di mettere a frutto ciò che sapevo, mediante la definizione reale dei numeri ed attraverso la disponibilità di funzionari capaci ed abili. Guardi che questo risvolto è importante perché coniugare progetti con finanziamenti è una fatica tremenda: alla fantasia del politico occorre unire l’abilità del funzionario e le due figure devono sempre operare in perfetta sintonia per governare la situazione. Le confermo: la scelta dei funzionari è importante, direi basilare. Se mi permette, poi, vorrei subito affrontare il tema che lei sicuramente mi suggerirà nella sua intervista: i rapporti con il dottor Scietti. È un personaggio esemplare, con lui si discute, qualche volta anche sopra le righe, ma subito dopo si rinnova la reciproca fiducia e concordanza di obiettivi. Una situazione che si sta perpetuando anche in questa legislatura che lo vede impegnato come vice sindaco: quando mi hanno proposto di fare il sindaco perché Giovanni aveva esaurito i suoi due mandati consecutivi, pretesi che lui entrasse come vice: una scelta che ho fatto personalmente e della quale vado orgoglioso. Aggiungo: una scelta fatta anche per ragioni pratiche. Giovanni, in questa sua nuova esperienza, si è inserito come una persona intelligente, piena di responsabilità, di consapevolezza e di brillantezza: per noi continua a rappresentare una risorsa gigante».Va bene, ma cerchiamo di ragionare sulla sua esperienza come tesoriere del Comune... «La mia è una visione un po’ accademica del bilancio comunale: bisogna saper affrontare situazioni rapide, cercando il costante equilibrio dei conti al cospetto di un gruppo di amministratori che naturalmente pendono spesso dalle labbra del tesoriere nella speranza di veder realizzati gli obiettivi. Devo dire che il confronto con tutti è costante e questo ci ha permesso di crescere rapidamente. Si continua ancora oggi, magari con sensibilità diverse, ma con identico stile e questo, mi creda, è sicuramente appagante, rappresenta un modo intelligente di fare politica. Ma se mi permette vorrei aggiungere un’altra annotazione sulla persona del dottor Scietti: il suo merito, lo dico senza tema di smentita, è stato quello di rompere un certo modo di amministrare la comunità, affrontando le questioni con altri punti di vista e liberando energie incredibili anche tra le nuove generazioni. Mi riferisco in particolare alle energie del volontariato, energie che si possono sentire e persino toccare con mano, le puoi annusare. Guardi che Graffignana è una borgata solidale grazie ai suoi volontari, una società civile che vive in maniera intelligente e viva la sua epoca, una comunità in cui ci si dà da fare. Queste forme di volontariato meritano soltanto medaglie».Vorrei però che lei venisse al dunque delle cose... «Va bene: il programma elettorale del mio gruppo è il mio vangelo: Glielo mostro perché è qui a portata di mano. Noi possediamo due grandi risorse sulle quali stiamo lavorando con impegno: il nostro territorio collinare ed il centro polifunzionale di Cascina Maggiore. Comincio da quest’ultimo è un servizio socio-sanitario multiuso a carattere territoriale, un meccanismo che deve saper dare risposte alle criticità delle persone. C’è stato un dibattito intenso sul suo futuro e posso anticipare che nascerà un centro socio-sanitario polivalente con centro anziani, centro di rieducazione, consultori familiari. Ambulatori polivalenti con funzioni molto semplici e di giornata. La grande idea è quella di attivare forme di “welfare” così da garantire possibilità di coperture finanziarie a favore dei servizi sociali erogati. La ritengo una risposta sociale importante e polivalente, capace di non sottrarre risorse al bilancio, con proponimenti a carattere territoriale mediante servizi efficienti. Mi rendo conto che non sempre è facile dare risposte alle difficoltà dei cittadini: noi siamo intenzionati ad avviare una vera e propria rivoluzione che tenga conto delle variebili di quelle difficoltà. In estate, dunque a breve, partirà il banco per l’avvio della esperienza e se tutto funzionerà a dovere, come io ritengo, sarà un modello per tutto il Lodigiano in un mondo in cui cresce la difficoltà di dare risposte ai bisogni sociali. Chiedo naturalmente comprensione ed aiuto, nella convinzione che siamo davvero al cospetto di un progetto serio e fattibile».Veniamo alla risorsa rappresentata dalla fascia collinare... «Bisogna dire che la questione collinare non è mai stata guardata in maniera adeguata. Noi siamo coinvolti nel Plis con San Colombano e gli altri Comuni collinari, un piano a tinte regionali che regala ordine alla programmazione della fascia ondulata del nostro territorio. Il progetto è ancora sulla carta, ma prospetta operatività mediante piani attuativi graduali e diventerà veramente un motore importante per la economia del territorio nei suoi risvolti agricoli e turistici. La fascia collinare verrà adeguatamente governata anche in termini di costruzioni mediante una seria programmazione. Mi rendo conto che questo rappresenta un grosso impegno, una grande sfida, con la enorme difficoltà che viene dalla eccessiva parcellizzazione dei poderi, tanto che non esistono cantine sociali per via delle realtà produttive troppo piccole. Ecco, accanto alla programmazione urbanistica è necessario progettare, da parte dei coltivatori e delle loro associazioni, la necessità di “fare sistema”, altrimenti non si rimane nel limbo delle buone intenzioni. Stiamo sollecitando la voglia di “stare insieme” da parte dei coltivatori, medi o piccoli che siano, “fare sistema” appunto. Guardi che avere nel territorio la collina non significa proprio nulla se viene lasciata a se stessa. Occorre incentivare l’aggregazione per migliorare la produzione. Le ripeto: “fare sistema” per uscire dal torpore in cui la collina versa ormai da anni».Signor sindaco, le mancano tre anni per chiudere la legislatura... «Si, puntiamo a tanti obiettivi, tanti progetti sui quali stiamo ragionando abbinandovi ovviamente le coperture finanziarie necessarie ed i modi di identificare i mezzi economici. Mi piacerebbe un modello di approccio per una progettazione corale dei tanti obiettivi. Nel giugno scorso abbiamo adottato il nuovo Pgt e l’approvazione definitiva avverrà entro il corrente anno. Questo significa partecipazione concreta, operativa, la capacità di costruire insieme la comunità di domani. Guardi che questo è lo spirito che anima l’amministrazione municipale di Graffignana e l’invito ai cittadini rimane invariato: partecipare, partecipare e ancora partecipare. Con senso di responsabilità, con concretezza, senza svolazzi inutili e perditempo, ma nella certezza di “fare gruppo” appunto. Noto che questo spirito trasuda dalle nuove generazioni: ai giovani si chiede di partecipare, ma bisogna lasciare a loro il diritto di esprimersi, di dare il loro contributo nella concretezza».Ed i rapporti con la minoranza, che, lo ricordiamo, ha perso per soli trenta voti alle elezioni di due anni or sono? «All’inizio del mio mandato i rapporti erano molto accesi, un periodo a cui ha fatto seguito una fase di freddezza istituzionale. Oggi siamo nel momento del confronto che classifico come sereno ed anche positivo. Lei mi diceva della presenza nell’opposizione di un personaggio dalla esperienza di Angelo Mazzola, più volte sindaco qui da noi e personaggio legato alla politica addirittura nazionale. Le risponderò con franchezza: per me averlo come avversario candidato sindaco è stato un incentivo per accettare la candidatura».Luigi Albertini

 

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