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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 30/7/2011 - Peterson applaude il “Gallo” e l’Assigeco


Pallacanestro Il leggendario “Coach” intercettato al Jam Camp di Giardini Naxos parla in esclusiva al “Cittadino”
Peterson applaude il “Gallo” e l’Assigeco
«Danilo sta portando in Nazionale carisma e intelligenza di gioco»
 

GIARDINI NAXOS Il seducente profilo di Taormina alla destra, l'imponente sagoma dell'Etna a fare da cornice dalla parte opposta e di fronte i riflessi blu argentei dell'acqua del mare: è il caleidoscopio di un mondo dipinto con i colori della quiete e dell'effervescenza di un giorno d'estate. Dan Peterson, il "Coach" per antonomasia, è a proprio agio nel muoversi in quello che nel XVII secolo veniva chiamato "borgo delli giardini", pezzo incantevole della pianura vicino alla foce dell'Alcantara. Il 75enne coach di Evanston, finita l'avventura sulla panchina dell'Armani Jeans dove a inizio gennaio 2011 era subentrato a Bucchi, mette tutta la propria conoscenza cestistica abbinata al consueto “humor” a disposizione dei partecipanti al Jam Camp, "scuola" estiva di basket e pallavolo diretta con competenza dai fratelli Milocco, Danilo e Roberto (dg di Villa Cortese). «Erano istruttori al mio camp a Salsomaggiore, dal 1997 hanno proseguito l'attività in proprio: i primi due anni solo per il volley, io vengo dal 1999 - spiega il mitico Dan Peterson, sempre disponibile a fare due chiacchiere con "Il Cittadino" -. Ho seguito anche le varie tappe di quest'anno, Marina di Massa, Capitolo in Puglia e ora l'appuntamento conclusivo a Giardini Naxos, dove l'anno scorso è venuto pure Danilo Gallinari (quest'anno impegnato a Bormio con la Nazionale, ndr). Mi piacciono molto i camp come questo, dove puoi fare nuove conoscenze, seguire gli insegnamenti di altri coach (come Tim Hammond dello staff di Denver, Alberto Morea di Montegranaro o Don Showalter, coach della nazionale giovanile Usa) o giocatori famosi (ai Giardini c'è Marcelo Nicola, ex "grande" della Benetton, oltre a Marta Bechis, Asystel Novara e alla lituana Indre Sorokaite, ndr). È un'esperienza completa. Non voglio essere critico con i camp dei vari club che però sono, con stessi compagni e coach, un proseguimento dell'annata. Semplicemente faccio il tifo per il Jam Camp».L'amministrazione comunale premia Dan Peterson, Marcelo Nicola e i fratelli Milocco per un'attività, veicolo perfetto per una città che ora grazie allo sport forma un trittico importante con cultura e turismo. «Avervi al nostro fianco è motivo di orgoglio, siete quasi cittadini onorari di Giardini Naxos», sottolineano gli amministratori locali. E Dan Peterson la mette sullo scherzo ma si informa: «Volete dire che se vengo ad abitare qui non devo pagare le tasse?». Anche questo fa parte dello spirito del Jam Camp, frequentato l'anno scorso da Danilo Gallinari con tutta la famiglia. Quest'anno ci sono Pino Cagnani, presidente del Gallo Fan Club e Federico Gallinari, fratellino dell’asso Nba. Danilo ha impegni più importanti: «Già, il "Gallo" porta in azzurro il livello di gioco appreso ai Knicks e ai Nuggets, dove serve un tipo di prestazione condizionato dal fare tante cose sul parquet in poco spazio e tempo, vista la fisicità degli avversari - spiega Dan Peterson -. In Nazionale Danilo mette carisma, entusiasmo, tecnica e, soprattutto, intelligenza di gioco».Ma con la stella di Graffignana più Bargnani e Belinelli l'Italia può aspirare a qualche sostanzioso traguardo? «Non esageriamo con le aspettative - il "coach" tira il freno -. Il livello agli Europei di Lituania è alto: i padroni di casa sono forti, la Francia ha diversi elementi dell'Nba e la Germania porta Nowitzki, per fare degli esempi. Il girone è difficile, la pressione non manca, ci vuole fiducia per una buona partenza. Il gruppo di Pianigiani deve prendere esempio dall'argento appena vinto dall'Under 20 in Spagna e giocare con umiltà ogni gara, come se fosse quella "della vita"».Il futuro della Nazionale sta a cuore alla Fip che ha appena varato la "nuova" Divisione Nazionale A dove gioca l'Assigeco Bpl, maggiormente focalizzata sui giovani: può essere la mossa che serve per "produrre" giocatori di alto livello? «Il concetto è che gli appassionati sono sconcertati dai limiti massimi e minimi per giocatori Usa e comunitari in Serie A e LegaDue: nella DNA giocano solo ragazzi italiani. Ciò che manca qua è un grande livello intermedio per i giocatori di 18-22 anni, quello che negli Usa fa l'Ncaa nei confronti dell'Nba. Se si riuscisse a riprodurre in Italia con la DNA quello che negli Stati Uniti fa l'Ncaa, la Fip avrebbe fatto tombola». Dan Peterson conosce bene l'Assigeco, club che sui giovani lavora, bene, da tanto tempo. «Well (bene, ndr) Franco Curioni detiene il record di giocatori "prodotti" da un club non legato a grandi società. Cito solo due nomi: Aradori e Gallinari. L'Assigeco lavora bene perché Curioni, che in passato si è affidato a Vittorio Gallinari o Barbara, da importanza ai coach come insegnanti, possibili educatori. Questo aiuta a modellare il talento dei giovani. Cosa che prima facevano a Milano, Cantù, Bologna: solo Venezia ora fa come l'Assigeco».Peterson, leggenda negli anni Ottanta per l'Olimpia Milano, rimarrà all'AJ come consulente e vede la costruzione di una squadra molto più "logica". «Oh yeah! Scariolo prima di iniziare l'impegno come coach della Spagna, insieme a Pascucci e Proli, vertici di un triangolo di talenti, ha assemblato una squadra da Eurolega: un play, un pivot, una guardia che tira, ala piccola e grande. Due giocatori per ogni ruolo. Bel lavoro. Siena non sta a guardare, Cantù si muove bene. Tutte e tre sono da top 16 di Eurolega, sono convinto. Il campionato italiano se lo giocano loro». Parola del "Coach".Luca Mallamaci

 

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