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ARTICOLO  TRATTO DA  "IL CITTADINO" DEL 12/04/2013 - Cascina Moline, una nuova cava vicino al Lambro
 
il luogo l’impianto tra graffignana e sant’angelo
Cascina Moline, una nuova cava vicino al Lambro
 

All’orizzonte s’intravede una cava, regolarmente prevista dal Piano approvato dalla Provincia di Lodi. La società Gallotta Spa ha richiesto ufficialmente a palazzo San Cristoforo di redigere il progetto relativo alla gestione produttiva affinché l’attività possa partire, un’opportunità prevista dalla legge nel caso in cui i diversi soggetti interessati all’intervento non consegnino un progetto congiunto. A questo punto, gli uffici di via Fanfulla dovranno mettersi al lavoro. L’attività estrattiva si troverà tra Graffignana e Sant’Angelo. In particolare, l’ambito risulta essere localizzato nei pressi della sponda destra del Lambro. Le carte mostrano che la cava disterà circa 700 metri (in direzione nord) dal centro abitato di Graffignana e circa 500 metri (in direzione sud-est) dal centro abitato di Sant’Angelo. La superficie interessata si estende per circa 128 ettari, in una zona per lo più agricola.In realtà i poli estrattivi saranno due. Complessivamente, il piano cave prevede una produzione programmata di sabbia-ghiaia pari a 1 milione 300mila metri cubi per il fabbisogno ordinario, di questi 300mila riguardano la cava che ricadrà nel Comune di Graffignana mentre un milione di metri cubi riguardano la cava che ricadrà sia sul territorio di Graffignana che su quello di Sant’Angelo, in ampliamento delle precedenti attività estrattive.Gli uffici del settore ambiente spiegano che l’iter è solo nella prima fase, poiché il procedimento di Valutazione di impatto ambientale è a sua volta propedeutico ad altri procedimenti autorizzativi.Il piano cave stila una mappa di tutte le attività presenti sul territorio lodigiano. Per individuare altre zone “potenzialmente sfruttabili”, oltre alle risorse devono essere tenuti in considerazione criteri di compatibilità ambientale destinati a minimizzare lo sfruttamento delle risorse stesse e a consentire il recupero delle aree in termini di coltivazione. Infine, i giacimenti “potenzialmente sfruttabili” devono essere caratterizzati dalla quantità e qualità del materiale, in modo da renderne economicamente vantaggioso lo sfruttamento, ma anche da un assetto territoriale che garantisca un “costo ambientale” minimo.

 

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